


Posizione:
Vedo il corpo da dietro, a circa tre metri di distanza, come se galleggiassi in uno spazio vuoto. Non c’è contatto fisico, solo una linea invisibile che mi collega alla figura
.
Identità:
Anche se non vedo il volto, so che è il mio corpo. Non ci sono dubbi, è una certezza assoluta, come se la forma stessa fosse una firma che riconosco senza bisogno di dettagli.
Comando:
Posso muovere il corpo, guidarlo, ma non lo sento. Non ho occhi, né pelle, né respiro. È come
impartire ordini a distanza, senza provare nulla di ciò che il corpo vive.
Sensazioni:
Non sento il peso, il caldo, il freddo, la pressione. Tutto è assente, filtrato. Nessun odore, nessun suono, nessuna vibrazione. Solo la vista, ma anche quella è strana: vedo, ma non attraverso occhi.
Prospettiva:
La visione è fissa, sospesa, come se fosse l’unico punto stabile in uno spazio che non ha confini. Non posso avvicinarmi, non posso allontanarmi. Esiste solo questa distanza, e il vuoto intorno.
Ruolo:
Sono un osservatore silenzioso. Non interagisco, non parlo, non partecipo. Sono lì, ma non sono parte della scena.
Esperienza:
È come guardare un manichino animato da fili invisibili: il corpo si muove, ma io non lo abito. Non è un sogno normale, non è veglia: è un luogo intermedio, dove il mio sguardo è tutto, ma non può toccare nulla.